Il Chi Sao spiegato da Lee Moy Shan

Il Ving Tsun (conosciuto anche come Wing Chun o Wing Tsun) è un approccio scientifico alla difesa personale, uno studio su come controllare i movimenti di un avversario onde attaccare senza essere colpiti. Eppure, cosa significa “studiare” le complesse interazioni in una situazione di combattimento reale?

il chi sao di lee moy shan

 
E’ impossibile prevedere in anticipo cosa accadrà in un combattimento.

Tenendo questo ben presente, l’allenamento del Ving Tsun vuole preparare lo studente a rispondere spontaneamente e nel modo più efficace a qualunque situazione di combattimento che possa sorgere.

La pratica del Chi Sao è il metodo del Ving Tsun per sviluppare questa spontaneità vitale nelle mani e nelle braccia dello studente.

Chi Sao significa “mani appiccicose”. Consiste in una serie non programmata di tecniche manuali in costante cambiamento, eseguite a contatto con un compagno. Attraverso questo contatto, lo studente impara a controllare i movimenti dell’avversario mentre scarica colpi dannosi con una velocità da “riflesso”.

Il Chi Sao è una specie di laboratorio dove lo studente fa esperienze per scoprire quali tecniche e quali qualità renderanno le sue mani più efficienti.

 

Questo articolo introdurrà il lettore ad alcuni aspetti del Chi Sao.

Uno studente non può essere buttato direttamente nel Chi Sao. Deve, innanzitutto, imparare le abilità basilari per poster “giocare”. Tali capacità vengono insegnate, passo per passo.

 

L’allenamento inizia con la prima forma del Ving Tsun: Sil Nim Tao. Questa consiste in una serie di movimenti delle braccia eseguiti mentre si rimane in piedi nella posizione del cavallo d’allenamento.
Nella forma ritroviamo le posizioni di base delle braccia che si applicheranno poi nel Chi Sao.
Il Sil NIm Tao farà parte dell’allenamento dello studente per tutta la sua “carriera” di Ving Tsun. Va eseguito molto lentamente. Ciò permetterà di rivelare errori nelle posizioni che altrimenti verrebbero nascosti in movimenti più veloci. Così lo studente ha l’opportunità di correggere se stesso.
Alla fine il posizionamento corretto diventa una seconda natura.

Poiché lo studente esegue i movimenti lentamente stando in una posizione per lunghi periodi, il Sil Nim Tao costruisce la forza nelle braccia e nelle gambe. Questa forza è necessaria per accedere al Chi Sao.

Oltre alle sue applicazioni nelle arti marziali, il Sil Nim Tao è ottimo per il condizionamento generale è può essere applicato anche solo per mantenersi in buona salute.
 

Dopo aver imparato il Sil Nim Tao, lo studente inizia una serie di esercizi a coppia con movimenti già contenuti nella forma. Tra questi esercizi troviamo, in ordine di introduzione:

– Don Chi Sao: mani appiccicose, con un braccio solo.
– Luk Sao: rotazioni delle mani, usando le due braccia simultaneamente.
– Luk Sao Jik Chung: rotazione simultanea delle due braccia (come in Luk Sao), cercando di sentire un apertura, colpendo e difendendosi.

Ora lo studente è pronto per il Chi Sao, dove impara a difendesi mentre si creano aperture nella difesa avversa.

 

Nel Chi Sao ogni studente fronteggia una continua serie di situazioni diverse ed imprevedibili che risultano dalle posizioni relative dei due praticanti.

Ogni studente si deve confrontare col problema di come colpire l’avversario senza essere colpito a sua volta. Quando lo studente trova il modo di realizzare ciò per una situazione particolare, si dice che ha “risolto” questo problema. A sua volta, questa soluzione crea un nuovo problema che l’avversario deve risolvere.

La continuità del Chi Sao è questo continuo scambio di soluzioni e di creazioni diverse.

Spesso il Chi Sao viene paragonato a un laboratorio. Lo studente deve sperimentare per scoprire quali tecniche risolveranno i problemi. Anzi viene incoraggiato a non trovare una soluzione qualsiasi, ma una soluzione che lo lasci in posizione vantaggiosa per eseguire una tecnica.

Per trovare queste soluzioni lo studente si basa sui movimenti del Sil Nim Tao (studenti più avanzati useranno pure le altre forme del Ving Tsun), sulla propria esperienza, sulle risposte del compagno, e su altri principi espressi nella teoria del VIng Tsun.

 

Un concetto essenziale del VIng Tsun è quello del “cancello”.

Il cancello viene definito come quella zona attorno al corpo che deve essere difesa in modo da proteggere il corpo stesso. Mantenendo le proprie tecniche entro questa zona lo studente limita le aperture nella propria difesa.

 

Un altro concetto del Sil Nim Tao è la “linea centrale”.

Si tratta di una linea immaginaria che corre lungo il centro del corpo e si estende direttamente in avanti. La maggior parte dei punti vitali del corpo è situata su questa linea, o comunque vicino ad essa. Lo studente impara a “controllare il centro” nel Chi Sao rendendo la linea centrale avversa vulnerabile, mentre protegge la propria line centrale.

Nel Chi Sao più avanzato la linea centrale diventa un concetto dinamico. Cioè, cambia locazione a seconda della posizioni relative dei praticanti (per esempio se il lato sinistro dell’avversario è esposto, diventa allora la sua linea centrale).

 

Il Ving Tsun cerca di ridurre il tempo impiegato nell’esecuzione delle tecniche. Perciò, si preferisce utilizzare tecniche lineari, dritte (per quanto possibile), piuttosto che tecniche più circolari. Una linea retta è la distanza più breve tra due punti: più la distanza è breve, più breve è il tempo impiegato.

Se lo studente si difende prima di attaccare, egli impiegherà troppo tempo. Nel Chi Sao ci si difende con un attacco. Ecco il concetto di “Lil sil die dar” (difesa ed attacco simultanei).

Spesso si pratica il Chi Sao ad alta velocità: in questo caso non c’è tempo di pensare tra una tecnica e l’altra. Di conseguenza, lo studente deve imparare a reagire più velocemente di quanto il normale processo di pensiero gli permetta. Il tempo che si utilizza per rispondere al movimento dell’avversario viene ridotto, da: percezione – pensiero – reazione, a percezione – reazione soltanto.

La reazione non dovrebbe essere puro riflesso, come ad esempio succede quando si toglie la mano dal fuoco, ma bisognerebbe adeguarsi correttamente alla minima variazione con una velocità “da riflesso”.

Lo studente impara così ad individuare queste minime variazioni attraverso il costante contatto con il compagno, o rimanendo “incollato” alle sue mani. Così le mani vengono utilizzate come organi sensori. Con le mani costantemente in contatto, lo studente è sempre cosciente della posizione (che cambia continuamente) del compagno. Inoltre, le mani possono anche avvertire certe qualità nelle mani del compagno, come la rigidità o la flessibilità, la forza o lo slancio.

Le mani dello studente imparano così a scoprire le forze e le debolezze del compagno. Come conseguenza di questa maggiore sensibilità delle mani, gli occhi sono liberi di percepire altri fattori rilevanti in questa situazione.

Rimanendo costantemente attaccato all’avversario, lo studente impara anche a manipolare le mani avversarie a proprio vantaggio. Le mani imparano a coordinarsi in modo tale da poter controllare le due mani avverse con una sola mano, lasciando l’altra libera di eseguire un attacco simultaneo.

 
Nel Chi Sao lo studente ricerca la soluzione con il minor sforzo possibile ad una data situazione. Se un braccio deve faticare per poter penetrare la difesa avversario, allora sarà teso e più lento . Se il braccio deve spingere il braccio avversario per entrare, allora l’energia verrà assorbita e non sarà più disponibile per colpire il bersaglio.

Le mani trovano e creano aperture nella difesa avversa, senza forzare. Le mani diventano come l’acqua, che trova delle fessure nella diga per poi schizzare fuori.

Gli stessi principi vengono applicati in risposta all’attacco di un avversario. Non si va all’attacco frontalmente, al contrario si para con un minimo sforzo unito ad un contrattacco simultaneo. Poiché le tecniche del Ving Tsun non dipendono dalla forza bruta, l’allenamento permette allo studente di difendersi da un avversario più forte.

Anche se nel Chi Sao si dà più importanza alle tecniche di mano, nessuna parte del corpo esiste indipendentemente dal resto. Anche il gioco di gambe va allenato.

 
Le posizioni usate sono concepite per permettere stabilità, mobilità, e per trasferire la potenza di tutto il corpo alle mani.

Stabilità” significa che lo studente non può essere sbilanciato. La stabilità si mantiene distribuendo il peso corporeo sui piedi ed evitando di inchinarsi in qualsiasi direzione.

La mobilità è necessaria per avvicinarsi ad un avversario mobile e per mantenere la distanza da esso.

Nel Chi Sao lo studente mantiene i piedi distanti tra loro circa quanto la larghezza delle spalle, con le ginocchia leggermente piegate. Se i piedi sono troppo distanti tra loro, o se le gambe sono piegate in una posizione troppo bassa, si perde un po’ di mobilità. Lo studente impara a modificare la posizione del proprio corpo in modo da avere le spalle sempre frontali rispetto all’avversario. Questo viene chiamato “Doi ying” (fronteggiare), e viene preferito alla posizione con una spalla avanzata, nella quale solo la mano avanzata può raggiungere l’avversario senza dover girare il corpo.

Si da maggiore potenza alle mani mantenendo le anche spinte in avanti. Questo rende la zona centrale del corpo più rigida, col risultato che, se la parte inferiore del corpo si muove, si muove anche la parte superiore. Quindi lo studente diventa capace di trasferire la potenza delle gambe e delle anche attraverso il busto fino alle braccia.

I principianti iniziano il Chi Sao con le due braccia a contatto, in modo che nessuno abbia un vantaggio. Gli studenti più avanzati iniziano da una posizione separata, con le braccia in “Bi jong” (in guardia). Con l’accresciuta abilità lo studente praticherà il Chi Sao con gli occhi bendati. Ciò aumenta la sensibilità delle mani e ne accresce l’abilità tecnica.

Infine, le teorie e le tecniche contenute in “Sil Nim Tao”, “Chum Kiu” e “Bil jee” (le tre forme del Ving Tsun), e le 108 tecniche del “Muk yan jong” (l’uomo di legno), vanno incorporate nel Chi Sao. A questo punto si impara il “Chi geak”, il metodo di educazione delle gambe particolare del Ving Tsun.

Dopo aver perfezionato le tecniche di gambe, lo studente è pronto per il passo finale: il combattimento. Gli viene data un istruzione: liberare la mente da ciò che ha imparato e sconfiggere l’avversario. Tutta la conoscenza acquisita apparirà istantaneamente, senza il minimo pensiero.

A quel punto le mani ed i piedi avranno sviluppato una “mente propria”.